WUNDERKAMMER
LA GUIDA ENTRA NELLA WUNDERKAMMER E SI POSIZIONA AL CENTRO
Benvenuti nella WUNDERKAMMER, termine tedesco ad indicare la “camera delle meraviglie”, raccolte variegate e eterogenee di oggetti in una stanza volte a creare stupore nei visitatori. Fu un fenomeno tipico del Cinquecento, che però affonda le sue radici nel Medioevo. Si sviluppò per tutto il Seicento, alimentandosi delle grandiosità barocche, per approdare al Settecento, favorito dal tipico amore per le curiosità scientifiche proprio dell'Illuminismo. Per un certo verso, la WK si può considerare come il primo stadio dello sviluppo del concetto di Museo.
Nella WK, oltre a esserci la maggior parte dei gioielli e accessori in esposizione si conclude anche la mostra, con le ultime due sezioni.
LA GUIDA SI SPOSTA A DESTRA NELLA WUNDERKAMMER
- Autoritratti
L’apice della Figurazione è l’ AUTORITRATTO. La più accademica delle pratiche artistiche è infatti proprio questa. Il pittore inizia a copiare la realtà esterna, ma prima di qualsiasi altra forma studia quella del suo volto. Questa pratica artistica ha iniziato ad affermarsi nel Medioevo per diventare poi centrale e importantissima nel Rinascimento.
Dettagli e ritratti caratterizzano questa sezione con abiti minimalisti urbani, ordinari e quotidiani. E’ la cornice che delinea una comunità di uomini.
Le varianti di questo insieme, comunemente riconosciuto come giacca, camicia e pantaloni, evidenziano ancora una volta i modi in cui l’uomo appare diverso, anche se la base rimane la stessa.
Vediamo l’abito di Yasuta Kimura, ad esempio.
2014 Yasuto Kimura Fashion
2014 Yasuto Kimura Fashion
TOKIO HARD WORK STYLE
Yasuto rappresenta una versione alternativa e giapponese del concetto di sartorialità. La sua collezione è fortemente radicata nella cultura e nella storia giapponesi, rendendo omaggio al padre e in generale a tutti i padri di famiglia che lavorano duramente per sopravvivere e prendersi cura della propria famiglia. È evidente il richiamo all’impiegato d’ufficio che viaggia quotidianamente in metropolitana, e che a fine giornata, dalla stanchezza, s’addormenta coprendosi gli occhi con la mascherina, che in Asia è comunemente utilizzata in molti paesi da ben prima della pandemia). Tutto l’insieme è condito da un pizzico di ironia.
*Photoshoot della collezione è un progetto fotografico di altissima qualità artistica
2009 Mason Jung
Sartorial burden / Fardello sartoriale
2014 Han Chul Lee
Savage grace / Grazia selvaggia
2013 Ichiro Suzuki
Visualise to materialise / Visualizzare per materializzare
2016 Shinhwan Kim
Shifting Movement / Spostamento
E qui invece vediamo Eleanor McDonald.
2018 Eleanor McDonald
2018 Eleanor Mcdonald Fashion
BALANCE AND PROPORTION
Questa designer ha vinto il premio Collezione dell’anno di ITS nel 2018. Per Eleanor il concetto di sartorialità trascende ogni riferimento di genere: i capi sono stati pensati per essere maschili ma con l'idea che possano essere in realtà indossati da chiunque. C’e’ però un leggero e voluto sbilanciamento nelle forme che ha avuto origine dall’idea di partenza: buttare a caso su un manichino pezzi di stoffa per lasciarsi sorprendere dalle forme, selezionando quelle più interessanti e rendendole parte di uno studio sartoriale di alto livello. Proporzioni e silhouettes richiamano il classico, con una voluta, sottile vena di sensualità.
LA GUIDA SI DIRIGE A SINISTRA NELLA WUNDERKAMMER
- Accessori e Gioielli
LA GUIDA SI POSIZIONE DAVANTI A HELEN KIRKUM
Prima di proseguire con gli abiti, affrontiamo ora alcuni accessori e gioielli. Nel 2006 e nel 2011 rispettivamente, ITS Contest ha aperto le porte alle creazioni nel campo degli accessori e dei gioielli.
Questi oggetti ci rivelano le tecniche specifiche di ciascuna disciplina, spingendosi oltre in termini di innovazione e sprigionando una potente creatività.
I materiali essenziali e tradizionali portano alla sperimentazione di risorse naturali come il legno, la pelle, il metallo e talvolta anche risorse proprie del mondo vegetale, per il loro carattere poetico ed ispiratore. Altri materiali di
sintesi, invenzione e innovazione completano questa ricerca, diventano quasi esigenza espressiva. Helen Kirkum, ad esempio con il suo progetto sneaker:
2016 Helen Kirkum
2016 Helen Kirkum Shoes
OUR PUBLIC YOUTH
Helen fa parte di una cerchia ristretta di designer che è riuscita a crearsi uno stile unico e molto riconoscibile. Il suo progetto di sneaker nasce da un viaggio tra ricerca e artigianato. Da scarpe usate e scarti di magazzino crea sneakers completamente nuove in cui il processo di creazione, di durata e di obsolescenza entrano in contrasto con la realtà iper-commerciale del nostro tempo. Il suo marchio eponimo è diventato particolarmente famoso con collaborazioni importantissime assieme a marchi di culto, per i quali ha creato capsule collection sold out. La dinamica è spesso la stessa: marchi come Reebok, Nike e Lacoste fanno entrare Helen nei loro archivi storici, e lei ne esce con rielaborazioni di sneaker che, utilizzando elementi di varie scarpe diverse, raccontano l’heritage del marchio. Una curiosità interessante: l’anno prima di essere selezionata, ancora studente, Helen venne in visita al nostro archivio in un viaggio studio organizzato dalla sua università, il Royal College of Art di Londra.
Vediamo ora i guanti di Thomasine Barnekow:
2007 Thomasine Barnekow
2007 Thomasine Barnekov
PELLE PREZIOSA
Questo progetto, che in maniera geniale coniuga gioiello e accessorio, è una manifestazione di abilità artigianale unica e segna l’inizio di una carriera importantissima, in un settore che vanta pochi artigiani guantai al livello di Thomasine Barnekow. Oggi Thomasine è la guantaia scelta per le collezioni di Iris Van Herpen, Schiaparelli (indossati da Beyoncé ai Grammy Awards), Balmain, Maison Courrèges (Art Director il nostro Nicolas di Felice), Mugler, oltre a collaborazioni con l’Operà di Parigi, con serie Netflix come Emily in Paris, ed eventi prestigiosi, come la celebrazione dei 200 anni della valigieria Louis Vuitton oppure Homo Faber a Venezia, evento biennale che celebra l’artigianato d’eccellenza mondiale.
Ancora alla vostra sinistra vedete il cappello capolavoro di Justin Smith:
2007 Justin Smith
2007 Justin Smith
IL CIRCO MACABRO
Justin è, molto probabilmente, il più importante modista contemporaneo. Un’ossessione con la testa a tutto tondo: Justin nasce hair stylist, professione per la quale ha vinto importanti riconoscimenti e che non ha mai abbandonato. Nel suo studio oggi c’è ancora uno spazio dedicato al salone da parrucchiere, per amici intimi e pochi appuntamenti su richiesta.
Oggi Justin collabora moltissimo con il cinema, un legame che nasce confezionando cappelli per Angelina Jolie in Maleficent. In seguito, altra celebrity è Amal Clooney, per la quale confeziona il cappello del suo matrimonio. Con i celebri Pinewood Studios di Londra - distaccamento inglese di Hollywood - si instaura una collaborazione ormai decennale e Justin sviluppa i cappelli per Star Wars, per serie come The Great e altri film tra cui the Man from UNCLE, By The Sea, Dolittle, e Cruella.
LA GUIDA SI DIRIGE A SINISTRA NELLA WUNDERKAMMER VERSO MAIKO TAKEDA
Per concludere la nostra panoramica sulla sezione dedicata agli accessori e gioielli, qui vediamo il copricapo, quasi una nuvola, di Maiko Takeda:
2014 Maiko Takeda
2014 Maiko Takeda Headpiece
RIENTRO ATMOSFERICO
L’ispirazione nasce da una all’apparenza semplice: che sensazione proveremmo indossando una nuvola? Da ciò nasce una ricerca ossessiva del materiale ideale a ricreare questo effetto, e a come utilizzarlo. La tecnica si struttura in una ripetizione continua di piccole strisce di plastica trasparente e colorate ad hoc, unite da anelli in ferro. Ciò permette la costruzione di pezzi scultorei che rendono confusi i confini tra indossatore e spazio circostante. Questa collezione colpì moltissimo la cantante Bjork, che ha in seguito commissionato e indossato molti suoi pezzi, sia per i suoi tour mondiali che, ad esempio, sulla copertina dell’album “Vulnicura”. Oggi Maiko è designer accessori per Issey Miyake.
2009 Una Burke
Re.Treat - Ri.Trattare
2012 Margherita Abi-Hanna
Material of a girl / Materiale di una ragazza
2019 Asumi Maeda
Reincarnation / Reincarnazione
2019 Hazuki Katagai
The Breathing / Il respiro
2011 Arnaud Zill
Tetracollection / Tetracollezione
2016 Jana Zornik
Little Marta / Piccola Marta
2018 Catalina Albertini
The hunt for a seductive still life / La caccia a una natura morta seducente
2011 Dinu Bodiciu
Illusion of reality/Reality of illusion
Illusione della realtà / Realtà dell'illusione
2008 Irene Bussemaker
Protect/Proteggere
2010 Rob Goodwin
Congo Bacchanal / Baccanale del Congo
2018 Laura Olivella
Shadows of an interconnected journey/
Ombre di un viaggio interconnesso
2010 Zara Gorman
Layers and contours II / Strati e contorni II
2020 Rebecca Marsden
KN-ITS 2020
2014 Takafumi Arai
About my mother / Su mia madre
2015 Hiroki Kataoka
Yearning for the Ocean / Desiderare l'Oceano
2011 Paul Stafford
Shrouds / Veli
2018 Jil Jander
Underwater distortion / Distorsione subaquea
2018 Yeonghyeon Kim
Dynamic / Dinamica
2010 Sarah Williams Tomkins
Crafted fashion / Moda artigianale
2019 Skye Gwillim
In this position: seated persons
In questa posizione: persone sedute
2013 Takahiro Ueno
It's better to burn out than to fade away
E' meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente
2011 Shilpa Chavan
Fleurs du mal / I Fiori del Male
2016 Masaki Shimizu
Eggs paradise / Il paradiso delle uova
- Figurazioni Libere
LA GUIDA SI POSIZONA DAVANTI AL CAPO DI AITOR GOICOECHEA ABURUZA E INTRODUCE IL PROSSIMO CLUSTER
Rispetto all’arte astratta la FIGURAZIONE LIBERA ci permette di riprodurre delle forme riconoscibili ed evidenti agli occhi di tutti. E’ il movimento artistico più antico: quello che cerca di riprodurre la realtà in base alla libertà individuale dell’occhio, di vedere le forme del creato e condividerle con gli altri esseri umani.
L’abito in questo cluster rappresenta uno strumento di denuncia ecologica indispensabile e diventa interfaccia con se stessi e l’altro come ad innescare un dialogo apparentemente esuberante ed estroverso ma che al tempo stesso vuole rivelare pensieri più intimi. Questo concetto tradotto in poche parole vuol dire che ciò che giace all’interno della fodera lo sostiene.
Il primo che vediamo è l’abito di Aitor Goicochea Aburuza, il cui concept è “Cenando con mio padre”:
2021 Aitor Goicoechea Aburuza
2021 Aitor Goicoechea Aburuza
DINING WITH MY FATHER
Finalista spagnolo, dedica tutta la sua collezione al padre rivivendo il poco tempo trascorso insieme, 4 appuntamenti al mese in cui cenavano insieme. Il pasto diventa quindi momento celebrato in cui ogni oggetto, ogni riferimento al sedersi a tavola, è motivo di ricordo, insieme agli scatti fotografici fatti durante questi incontri Quello che può sembrare un mantello, se il manichino potesse allargare le braccia, è in realtà un richiamo ad una vera e propria tovaglia, che è al tempo stesso racconto, densamente stampata com’è dei momenti conviviali e delle fotografie di questi incontri.
Subito dietro ad Aitor Goicoechea trovate l’abito gonfiabile di Syna Chen e il suo concept:
2020 Syna Chen
2020 Syna Chen Fashion
OPERATION EUROPA
Siamo in questo caso nel regno della favola fantastica, alla Tim Burton. Come si vestirebbero dei capi di stato alieni, se umani ed extraterrestri dovessero incontrarsi in visita ufficiale? Questo il presupposto totalmente surreale di una collezione gonfiabile - l’abito si gonfia realmente grazie all’inclusione di un piccolo motore - e piena di ironia, che strizza l’occhio al cinema. Il capo nello specifico è figlio della collezione in questione, ma è in realtà una declinazione risultante da un progetto speciale svolto con Promoturismo FVG, ente di promozione turistica della regione Friuli Venezia Giulia, per rielaborare un abito Veneziano del ‘400, a cui quest’abito è ispirato.
2021 Tianan Ding
Revalue / Rivalutare
2010 Courtney Mc Williams
Yard days aren't over (long live buttoned shirts+whiskey)
I giorni del cortile non sono finiti (viva le camicie abbottonate e il whiskey)