WUNDERKAMMER

LA GUIDA ENTRA NELLA WUNDERKAMMER E SI POSIZIONA AL CENTRO

Benvenuti nella WUNDERKAMMER, termine tedesco ad indicare la “camera delle meraviglie”, raccolte variegate e eterogenee di oggetti in una stanza volte a creare stupore nei visitatori. Fu un fenomeno tipico del Cinquecento, che però affonda le sue radici nel Medioevo. Si sviluppò per tutto il Seicento, alimentandosi delle grandiosità barocche, per approdare al Settecento, favorito dal tipico amore per le curiosità scientifiche proprio dell'Illuminismo. Per un certo verso, la WK si può considerare come il primo stadio dello sviluppo del concetto di Museo. 

Nella WK, oltre a esserci la maggior parte dei gioielli e accessori in esposizione si conclude anche la mostra, con le ultime due sezioni.

LA GUIDA SI SPOSTA A DESTRA NELLA WUNDERKAMMER

- Autoritratti

L’apice della Figurazione è l’ AUTORITRATTO. La più accademica delle pratiche artistiche è infatti proprio questa. Il pittore inizia a copiare la realtà esterna, ma prima di qualsiasi altra forma studia quella del suo volto. Questa pratica artistica ha iniziato ad affermarsi nel Medioevo per diventare poi centrale e importantissima nel Rinascimento.

Dettagli e ritratti caratterizzano questa sezione con abiti minimalisti urbani, ordinari e quotidiani. E’ la cornice che delinea una comunità di uomini. 

Le varianti di questo insieme, comunemente riconosciuto come giacca, camicia e pantaloni, evidenziano ancora una volta i modi in cui l’uomo appare diverso, anche se la base rimane la stessa.

Vediamo l’abito di Yasuta Kimura, ad esempio. 

2014 Yasuto Kimura Fashion

2009 Mason Jung

2014 Han Chul Lee

2013 Ichiro Suzuki

2016 Shinhwan Kim

E qui invece vediamo Eleanor McDonald. 

2018 Eleanor McDonald

LA GUIDA SI DIRIGE A SINISTRA NELLA WUNDERKAMMER

- Accessori e Gioielli

LA GUIDA SI POSIZIONE DAVANTI A HELEN KIRKUM

Prima di proseguire con gli abiti, affrontiamo ora alcuni accessori e gioielli. Nel 2006 e nel 2011 rispettivamente, ITS Contest ha aperto le porte alle creazioni nel campo degli accessori e dei gioielli.

Questi oggetti ci rivelano le tecniche specifiche di ciascuna disciplina, spingendosi oltre in termini di innovazione e sprigionando una potente creatività. 

I materiali essenziali e tradizionali portano alla sperimentazione di risorse naturali come il legno, la pelle, il metallo e talvolta anche risorse proprie del mondo vegetale, per il loro carattere poetico ed ispiratore. Altri materiali di

sintesi, invenzione e innovazione completano questa ricerca,  diventano quasi esigenza espressiva. Helen Kirkum, ad esempio con il suo progetto sneaker:

2016 Helen Kirkum

Vediamo ora i guanti di Thomasine Barnekow:

2007 Thomasine Barnekow

Ancora alla vostra sinistra vedete il cappello capolavoro di Justin Smith:

2007 Justin Smith

LA GUIDA SI DIRIGE A SINISTRA NELLA WUNDERKAMMER VERSO MAIKO TAKEDA

Per concludere la nostra panoramica sulla sezione dedicata agli accessori e gioielli, qui vediamo il copricapo, quasi una nuvola, di Maiko Takeda:

2014 Maiko Takeda

2009 Una Burke

2012 Margherita Abi-Hanna

2019 Asumi Maeda

2019 Hazuki Katagai

2011 Arnaud Zill

2016 Jana Zornik

2018 Catalina Albertini

2011 Dinu Bodiciu

2008 Irene Bussemaker

2010 Rob Goodwin

2018 Laura Olivella

2010 Zara Gorman

2020 Rebecca Marsden

2014 Takafumi Arai

2015 Hiroki Kataoka

2011 Paul Stafford

2018 Jil Jander

2018 Yeonghyeon Kim

2010 Sarah Williams Tomkins

2019 Skye Gwillim

2013 Takahiro Ueno

2011 Shilpa Chavan

2016 Masaki Shimizu

- Figurazioni Libere

LA GUIDA SI POSIZONA DAVANTI AL CAPO DI AITOR GOICOECHEA ABURUZA
 E INTRODUCE IL PROSSIMO CLUSTER

Rispetto all’arte astratta la FIGURAZIONE LIBERA ci permette di riprodurre delle forme riconoscibili ed evidenti agli occhi di tutti. E’ il movimento artistico più antico: quello che cerca di riprodurre la realtà in base alla libertà individuale dell’occhio, di vedere le forme del creato e condividerle con gli altri esseri umani.

L’abito in questo cluster rappresenta uno strumento di denuncia ecologica indispensabile e diventa interfaccia con se stessi e l’altro come ad innescare un dialogo apparentemente esuberante ed estroverso ma che al tempo stesso vuole rivelare pensieri più intimi. Questo concetto tradotto in poche parole vuol dire che ciò che giace all’interno della fodera lo sostiene.

Il primo che vediamo è l’abito di Aitor Goicochea Aburuza, il cui concept è “Cenando con mio padre”:

2021 Aitor Goicoechea Aburuza


Subito dietro ad Aitor Goicoechea trovate l’abito gonfiabile di Syna Chen e il suo concept:

2020 Syna Chen

2021 Tianan Ding

2010 Courtney Mc Williams